SPECULAZIONE EDILIZIA. LE PERPLESSITA’ DI LAMBIASE –

Dall’inizio del 2010 si contano a Salerno n.370 richieste di rilascio di Permessi di Costruire ai sensi della Legge Regionale n.19 del dicembre 2009, il cosiddetto “Piano Casa”.

Nato come provvedimento per il rilancio del comparto edilizio e per favorire l’ammodernamento ed efficientamento del patrimonio edilizio della Campania, si sta trasformando nel più drammatico strumento di speculazione edilizia “legalizzata” ed incontrollata sul territorio.

E’ quanto scrive in una nota Gianpaolo Lambiase, Consigliere Comunale Salerno di Tutti.

La legge consente interventi di ampliamento, demolizione e ricostruzione sugli edifici residenziali, da effettuare in deroga a strumenti urbanistici e regolamenti edilizi vigenti.

Gli interventi non interessano solo piccoli “immobili”, fabbricati rurali o edifici unifamiliari. Sono stati rilasciati decine di Permessi di Costruire per la realizzazione di interi fabbricati. Nati sui terreni che ospitavano edifici diruti, vecchi ruderi o capannoni industriali/artigianali dismessi, hanno incrementato notevolmente il numero di alloggi sul mercato. Nuovi alloggi fuori dai conteggi di crescita prevista dal Piano Urbanistico Comunale.

Circa il 40% dei Permessi di Costruire interessa lavori di “demolizione e ricostruzione di fabbricato ” o “cambio di destinazione d’uso al fabbricato” oppure “lavori di ampliamento al fabbricato”, rilasciati a Società di Costruzione. A tali imprenditori la Legge regionale consente di ampliare del 20% o 35% il volume esistente.

Un calcolo di massima, porta a stimare in 400 le abitazioni realizzate a Salerno al di fuori dei “comparti edificatori” previsti dal PUC. Case costruite in zone già congestionate, carenti di servizi primari e reti fognarie adeguate. Quattrocento nuovi alloggi “prodotti” non per comprovate esigenze abitative, ma per puro investimento finanziario. Un investimento che diventa ancor più remunerativo, perché avviene su aree “abbandonate”, che spesso hanno destinazione d’uso diversa da quella residenziale, che possono essere acquisite con ridotte risorse monetarie.

La Regione Campania ha addirittura pensato di premiare ancor più gli “intraprendenti” costruttori che si avventurano in tali imprese.

Ultimamente è stata presentata tra gli argomenti all’ordine del giorno del Consiglio Regionale una nuova proposta di Legge che attiene a “misure di semplificazione e di snellimento delle procedure burocratiche”. La proposta di Legge incide in modo prevalente anche sul Piano Casa: estende l’aumento di volume per la demolizione e ricostruzione delle abitazioni da realizzare al posto di ruderi o capannoni dismessi.

Una pura follia! Il buon senso suggerisce il contrario: moderare l’espansione ed il consumo del suolo!

Guardiamo ai numeri: a Salerno in dieci anni sono stati costruiti circa 6.000 nuovi alloggi, di cui solo il 30% è stato venduto. A tali cifre bisogna aggiungere i dati che riguardano il patrimonio edilizio esistente prima del 2006: si contano circa 4.000 alloggi vuoti e disponibili. Se si tiene conto che la popolazione in città è in costante decremento, a chi sono utili le nuove abitazioni da realizzare?

La città non può essere in alcun modo considerata come il risultato delle decisioni dei costruttori e dell’esercizio della libertà d’impresa!

Un’oculata gestione del territorio non richiederebbe l’integrazione e/o la semplificazione delle “procedure” del Piano Casa, né la proroga dei termini di attuazione (come già è stato deciso), ma la sua totale abolizione! Conclude il Consigliere Comunale Salerno di Tutti Gianpaolo Lambiase.

Autore dell'articolo: Barbara Albero