Si è fidata di un’amica che si è poi rivelata un’aguzzina, da collega a complice di uno stupro. Si è consumato entro questi confini la violenza subita da una ragazza di 19 anni, che, fidandosi di una collega con la quale era diventata amica, è finita in una trappola di violenza. È accaduto tutto la notte del 31 agosto 2022. La vittima va in discoteca al Dolcevita sulla litoranea di Pontecagnano con quella che è diventata sua amica, una collega di pochi anni più grande, T.C., 21 anni, incensurata. Con loro c’è anche P.P, colui il quale viene considerato il compagno, un 35enne che si offre di riaccompagnarle a casa. Ma invece di riportarla nella sua abitazione, la vittima viene segregata nella casa dell’amica, a Salerno dove viene stuprata. Ancora non è chiaro se le siano state somministrate anche delle sostanze stupefacenti, ma la violenza va avanti per ore fino a quando la ragazza viene riaccompagnata a casa e trova il coraggio solo il giorno dopo di denunciare il tutto. Oggi, la Procura di Salerno, guidata da Giuseppe Borrelli attraverso il lavoro degli agenti della Squadra Mobile di Salerno e in collaborazione anche con la polizia postale ha ricostruito tutta la vicenda, arrivando ad individuare i due responsabili: lui, P.P, operatore sanitario è finito in carcere. Ha già precedenti per maltrattamenti in famiglia e furti. Lei, incensurata, è ai domiciliari. Utili per le indagini anche le intercettazioni e quanto ritrovato nei supporti informatici sequestrati durante l’inchiesta. La vittima ha trovato il coraggio di denunciare e di andare avanti grazie al supporto ricevuto dal centro antiviolenza Leucosia (responsabile Michela Masucci), voluto da Differenza Donna (c’è uno sportello per le denunce anche presso l’edificio della Procura di Salerno) e tramite il suo avvocato, Claudia Pecoraro, ha voluto rilasciare una dichiarazione in anonimato. “Invito tutte le donne che subiscono violenza a rivolgersi ai centri antiviolenza che possono aiutare a superare trauma – ha detto la ragazza- non abbiate vergogna anche se non è una scelta facile, ma oggi sono felice di aver avuto questa forza che consente ad altre donne di non subire quanto è stato fatto a me”.
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