Il calendario serrato ha pure i suoi risvolti positivi. Tornare subito in campo, in fondo, è il modo migliore per scacciare il ricordo di una sconfitta. Riscatto è la parola d’ordine in casa granata. Ora, però, bisogna passare alla pratica, ai fatti. Ed in quest’ottica le cose si complicano non poco. Vincenzo Torrente continua a perdere pezzi in difesa, visto che anche Franco, come si temeva subito dopo la gara con la Pro Vercelli, è tra indisponibili. In retroguardia tutto ruota intorno al recupero di Alessandro Bernardini. L’infortunio alle costole pare meno grave di quanto paventato in un primo momento tanto che, a neanche tre settimane di distanza dall’impatto doloroso con Terracciano nel finale della gara con il Novara, il centrale di Domodossola ha ripreso ad allenarsi, sebbene con le cautele del caso. In questi giorni sarà monitorato e si deciderà solo in extremis se forzare i tempi e mandarlo in campo già a Vicenza oppure farlo partire dalla panchina, sperando che non si renda necessario impiegarlo in corso d’opera, e rimandare il suo ritorno al match del 9 dicembre a Livorno. E se Bernardini fosse disponibile già per la gara di Vicenza, in quale contesto tattico sarebbe inserito? La domanda è lecita perchè, alla luce dei tanti errori difensivi commessi e dei troppi gol subiti, Torrente potrebbe anche decidere di provare a rimpolpare il reparto arretrato sfruttando pure la circostanza del ritorno dalla squalifica di Lanzaro ed optando per uno schieramento con tre centrali. In quel caso, Bernardini si sommerebbe ad Empereur e Lanzaro con i diffidati Colombo e Rossi sulle fasce per comporre una retroguardia a cinque che potrebbe essere un tentativo logico e giustificato per fronteggiare i veloci attaccanti del Vicenza, togliendo loro profondità e spazio per le giocate alle spalle della linea difensiva. Del resto, non avendo grande abbondanza in mediana – Sciaudone è squalificato, Pestrin non è al top – ed avendo in Donnarumma l’unico attaccante assistito da una certa ispirazione, il trainer di Cetara potrebbe virare su un 5-3-2 più pratico e funzionale al momento vissuto dalla squadra ed alla forza dell’avversario che in casa ha vinto solo una volta, a conferma del fatto che faccia fatica ad attaccare difese chiuse e ben munite. L’alternativa è la conferma della linea a 4 ed in quel caso i dubbi si concentrerebbero sulla scelta degli uomini deputati ad offendere. Gabionetta è in rottura prolungata, Coda lotta ma ha nuovamente smarrito la via del gol, Milinkovic ha corsa ma non incide più di tanto, Troianiello non ingrana. Donnarumma è la certezza, il resto è un bel rebus. Se si ripartirà dal tandem Coda- Donnarumma, allora il modulo sarà un 4-3-1-2 con un trequartista da individuare. Gabionetta in quel ruolo non ha convinto Torrente che a La Spezia ha testato Milinkovic. Ci sono ancora tre giorni per decidere, ma la sensazione è che il recupero di Bernardini taglierebbe la testa al toro, favorendo il varo di un attacco con due punte con l’esclusione più che probabile di Gabionetta.
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