Non aveva esitato a ricorrere all’aiuto di Internet nel periodo di lockdown connesso all’emergenza COVID, Carmine Memoli per approvvigionarsi di droga in Italia in particolare nel Lazio, ma anche in Spagna. Secondo l’inchiesta che ha visto al lavoro i carabinieri della compagnia di Salerno, guidati dal Maggiore Antonio Corvino e con il coordinamento della Procura di Salerno, Memoli ed il padre Tiziano sono i capi promotori e organizzatori dell’associazione che ieri ha portato all’emissione ed esecuzione di 14 misure di ordinanza cautelare su un’indagine che riguarda in totale 24 persone. Riferimento essenziale per l’organizzazione è risultata la figura di Antonio Apicella, un dipendente della Salerno Container Terminal che, secondo l’accusa e fatta salva la presunzione d’innocenza, avendo la possibilità di accedere liberamente nelle aree portuali, grazie alla sua qualifica di autotrasportatore, riusciva a far uscire ingenti quantitativi di cocaina, ricevendo come pagamento una parte dei carichi che poi procedeva a commercializzare anche attraverso i Memoli. A collaborare alle attività di spaccio anche le donne della famiglia, come Annarita Soldano, mamma di Carmine Memoli che gestiva il controllo delle piazze di spaccio come vedetta con il compito di allertare il figlio nel caso di presenza di forze dell’ordine. La droga veniva detenuta nella propria residenza a Fratte così come la gestione dei crediti derivanti dall’attività illecita. Nell’attività di spaccio è incluso anche un esercizio commerciale situato nel centro storico di Salerno, ma l’associazione si muoveva anche in Basilicata e in Puglia attraverso dei riferimenti sul territorio. Nell’inchiesta vengono certificati diversi arrivi di carichi di droga/di Salerno, al porto di Salerno, ma anche acquisti e cessioni che, come documentato dai carabinieri, avvenivano tramite importanti corrieri nazionali ed avevano come arrivo il comune di Lavello, in Basilicata. Tutta l’inchiesta è partita nel 2020 quando Feliciana Rega venne tratta in arresto presso l’abitazione nella quale viveva con Carmine Memoli dopo essere stata trovata in possesso di un notevole quantitativo di droga e anche di 140.000 euro. Successivamente le forze dell’ordine erano arrivati a Tiziano Memoli che all’interno di un garage di Baronissi era stato trovato in possesso di marijuana già confezionata e di 190 piantine di marijuana coltivate in un altro edificio a Pellezzano. A casa sua erano stati rinvenuti 300.000 euro.
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