“È fondamentale adottare punizioni esemplari per chi che commette reati sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, soprattutto alla guida, sia in strada che a mare. L’incidente tra due imbarcazioni nel mare di Amalfi, che ha causato la morte di una turista americana, se dovessero essere accertate le responsabilità del ragazzo alla guida del natante dove viaggiava la vittima, impone un rafforzamento delle leggi esistenti, introducendo anche il reato di omicidio nautico, al pari di quello stradale”. Interviene così l’eurodeputata e vicecoordinatore regionale di Forza Italia, Isabella Adinolfi, commentando la tragedia avvenuta in costiera Amalfitana con la collisione tra due natanti, che ha provocato la morte di una turista americana. “E’ necessario, altresì, rafforzare le misure di prevenzione così come quelle di trattamento e riabilitazione per le persone prese in carico dal sistema sanitario nazionale con l’obiettivo di guarirle e di guidarle verso il reinserimento sociale – aggiunge l’eurodeputata – Purtroppo, i consumi di droga in Italia, come confermano anche gli ultimi dati, sono elevati e tutto ciò avviene anche alla piena luce del sole, soprattutto nelle aree più periferiche delle nostra città, dove è fondamentale un’azione concertata tra istituzioni, forze dell’ordine e comunità locali per contrastare lo spaccio. – conclude l’esponente di Forza Italia – Con sanzioni severe e proporzionate si può sperare di scoraggiare tali comportamenti, colpendo con pene ancora più dure anche chi fornisce droghe, soprattutto ai minori, oggi purtroppo sempre più protagonisti di episodi di cronaca”. Anche il Codacons e l’associazione che rappresenta i consumatori è intervenuta sulla tragedia del mare che si è consumata al largo di Furore chiedendo di incrementare i controlli. Ad onor del vero va evidenziato che la Capitaneria di Porto i controlli li ha fatti avendo elevato nei primi due mesi già 129 sanzioni a diportisti che non sono stati trovati in regola con i comportamenti previsti. Intanto sul fronte delle indagini si attende il responso delle strumentazioni di navigazione che dovranno confermare quanto già emerso da alcuni riscontri. Il Tortuga che viaggiava a 20 nodi è stato investito dal motoscafo che andava ad una velocità molto più sostenuta e che, in controindicazione secondo quanto previsto dal codice della navigazione ha virato verso la prua invece che verso la poppa come si vede chiaramente anche dal filmato nelle mani della procura girato da un ospite a bordo del veliero. La procura e la Capitaneria di Porto aspettano anche la conferma del consulente che dovrà dire se la quantità di droga e alcol nel sangue dello skipper di Massa Lubrense trentenne alla guida del motoscafo Aprea fosse in quantità tale da poterne alterare la capacità di guida dell’imbarcazione. Non è neanche escluso al momento un errore degli strumenti di navigazione che hanno indotto il conducente alla guida dell’imbarcazione noleggiata dalla famiglia di Adrienne Vaughan, la vittima quarantacinquenne, ad aver provocato la collisione tra le due imbarcazioni. Al momento l’unico indagato con l’accusa di omicidio e naufragio colposo è lo skipper, ancora ricoverato in ospedale.