Le truffe telefoniche agli anziani continuano ed una Signora di 97 anni ha denunciato quanto segue: “In data 22 settembre 2016, tra le ore 9,00 e le ore 10,00 ricevevo una telefonata da un soggetto che si presentava come mio nipote (che chiameremo con un nome fittizio) Nicola.
Ho subito sospettato che non si trattasse di mio nipote poiché non ho riconosciuto la sua voce; tale persona, dopo essersi presentato come mio nipote dunque,mi ha chiesto una cortesia, ovvero di consegnare la somma di € 1.200,00 a un fantomatico (da lui definito letteralmente) “postino” che di lì a poco avrebbe suonato alla porta di casa mia al fine di farsi consegnare il suddetto importo.
A questo punto, essendo rimasta interdetta, ho passato la cornetta telefonica alla mia collaboratrice, la quale ha subito sospettato che al telefono non fosse effettivamente mio nipote e, pertanto, ha detto all’interlocutore che avrebbe proceduto a telefonare a mia figlia, madre di Nicola per verificare l’effettività delle richieste inoltrate.
Pertanto interrompeva la conversazione con l’interlocutore e, immediatamente, alzava nuovamente la cornetta e tentava di comporre prima il numero di un’altra delle mie figlie che vive e Salerno, tentativo che rimaneva senza esito e, subito dopo, il numero di telefono di mia figlia madre di Nicola, e questa volta rispondeva al telefono nuovamente lo stesso interlocutore che aveva chiamato prima e che si era qualificato, appunto, come mio nipote, il quale affermava di essere a casa di mia figlia e, come figlio, affermava che “mamma è uscita a fare la spesa”.
Presumibilmente l’interlocutore non aveva mai attaccato il telefono, lasciando pertanto viva la conversazione e tale assunto sarebbe confermato dal fallimento della prima telefonata tentata alla figlia salernitana della Signora.
Accortasi della possibile truffa, la collaboratrice riagganciava il telefono e, messasi in contatto con mia figlia, accertava definitivamente che mio nipote Nicola non mi aveva telefonato e, pertanto, che si era trattato di un tentativo di truffa”.
Ebbene, di fronte ad una denuncia del genere, con tante truffe telefoniche purtroppo riuscite agli anziani, la procura di Salerno archivia perché ”…è ipotizzabile che il reo abbia usato la sim di un altro!!!!”.
“Il Codacons – afferma l’Avv. Matteo Marchetti, vice segretario nazionale – non ci sta e si oppone alla richiesta di archiviazione e chiede al gip di individuare i responsabili della tentata truffa sulla base della legge antiterrorismo – di cui al D.L. 27 luglio 2005 n. 144 (c.d. decreto Pisanu, convertito dalla legge n. 155 del 31 luglio 2005, che ha parzialmente modificato il Codice delle Comunicazioni elettroniche mettendo fine alla pratica delle carte preattive e pertanto le carte Sim non sono completamente funzionanti sino ad avvenuto e completo caricamento dei dati anagrafici dell’acquirente – “
“Chiederemo anche alla polizia postale di attivarsi in questo senso– continua l’Avv. Marchetti – e solleciteremo al CSM una direttiva ai PP.MM. che li inviti a non abbandonare le indagini solo perché’ ipotizzano che il reo abbia usato la sim di un altro”.
Troppe lamentele siamo costretti ad ascoltare e troppe truffe si concludono malamente per gli anziani, in genere sempre i più esposti in questo mondo telematico avanzato, in cui però la Polizia Postale vigila sempre adeguatamente con tecnologia avanzata.