Due rinforzi per lo sprint salvezza, due esordi in serie cadetta, due speranze per la Salernitana. L’exploit di Cesena ha portato in dote tre punti pesantissimi per la truppa di Menichini, ma anche due giocatori ritrovati che non vedevano il campo da tantissimo tempo. Si tratta di Alessandro Tuia e Andrea Nalini. Entrambi sono stati lanciati nella mischia all’Orogel Stadium, contribuendo al successo in zona Cesarini della Salernitana. Nalini ha scodellato l’assist vincente al 94esimo per l’inzuccata di Ricardo Bagadur. Tuia è stato prezioso in difesa, ergendosi come un muro davanti la porta di Terracciano.
Entrambi erano fermi ai box da un’eternità per due gravi stop. Tuia non giocava dall’agosto scorso a causa dell’infortunio al crociato (nel match di coppa Italia con il Pisa all’Arechi) che lo ha costretto ai box per quasi sei mesi. Il calvario di Nalini è durato esattamente il doppio. La condropatia al ginocchio ha costretto l’ex Vecomp ad una maratona tra ospedali, cliniche e riabilitazioni durata esattamente un anno. A tal punto da mettere a rischio addirittura la carriera da professionista. La favola però sembra destinata ad un lieto fine. Per entrambi. I due, infatti, sono stati lanciati nella mischia lunedì sera in terra romagnola dal tecnico Menichini. Un po’ per scelta, molto anche per fiducia, il trainer granata dopo l’infortunio di Colombo ha chiesto a Tuia di svestire la pettorina per sostituire l’ex Cittadella. Il difensore centrale ha fatto così il suo esordio nel campionato cadetto in un ruolo non suo dal 25esimo del primo tempo. L’ex enfant prodige della Primavera della Lazio ci ha messo un po’ per riprendere confidenza con il campo ed i ritmi forsennati imposti dai bianconeri di Drago, ha rischiato un po’ troppo protestando con Baracani e rimediando pure un’ammonizione ingenua. Poi, però, sono venute fuori le sue doti migliori. Fatte di corsa, anticipo, rapidità e pressing sull’avversario. Una piacevole sorpresa in ottica futura. Copia-incolla per Andrea Nalini. Menichini aveva anticipato un suo possibile esordio a Cesena per pochi minuti. Il tecnico, fedele ad una stima enorme che ripone nella freccia granata, ha fatto di più. Al 12esimo della ripresa, infatti, ha richiamato in panchina uno spento Gatto, inserendo quello che lo scorso anno è stato il giocatore rivelazione della lega pro. Nalini ha dato tutto quello che aveva. Il ritmo partita è ancora merce rara, la gamba e forse anche la testa erano timorose, ma il piede è quello di sempre. I suoi traversoni sono sempre stati pericolosi, i suoi tentativi di guadagnare il fondo altrettanto. E poi quella pennellata al 94esimo per la testa di Bagadur ha fatto il resto. In un attimo si è rivisto il Nalini di un tempo. L’assist man è tornato.