E ora che ci sarebbe bisogno di un messaggio forte e chiaro da indirizzare a squadra ed ambiente nessuno parla, silenzio di tomba. Non parla Lotito, da tempo ormai sull’aventino, non proferisce parola Mezzaroma la cui ultima uscita pubblica, la missiva spedita prima del derby, ha sortito l’effetto di un boomerang, resta in silenzio Fabiani che, esaurito il glossario delle frasi fatte e di circostanza, preferisce muoversi nell’ombra utilizzando i suoi canali ufficiali. Tutti in silenzio tanto c’è Gregucci il nuovo totem da attaccare, contro cui sferrarsi, prendersela. E’ pagato anche per questo. In fondo è sempre stato così negli ultimi anni; il tecnico che sottoscrive un contratto con la Salernitana sa bene che oltre a fronteggiare i problemi tecnici, far quadrare i conti sul campo, trovare una formula di gioco che metta insieme tutti i calciatori acquistati alla rinfusa, deve anche fungere da parafulmine quando le cose (ovvero sempre) non funzionano, fino all’estremo sacrificio e senza neanche potersi lamentare. Far giocar bene la Salernitana è impresa titanica, non ci è mai riuscito nessuno, per carità si è anche vinto, soprattutto in terza serie e sempre con chiacchiere e sospetti di sottofondo, ma di gioco, di calcio neanche a parlarne. E attenzione non è questa una prerogativa di Lotito e Mezzaroma; i due co patron sono assolutamente in buona compagnia. Ricordate, ad esempio, la prima stagione in cadetteria del binomio Lombardi-Murolo, quella conclusa con una soffertissima e chiacchieratissima salvezza? Nè più, né meno le stesse sofferenze di queste stagioni, qualcuna in più ma solo perchè alle spalle di Fabiani all’epoca non c’era, come invece c’è oggi, una proprietà solida. Quindi perchè meravigliarsi oggi dello scarso rendimento della Salernitana? Con Fabiani, anche prima di Lotito e Mezzaroma, è una regola aurea. Ma il passato non conta, si fa in fretta a dimenticare le esperienze negative, giusto allora vivere di presente ed il presente della Salernitana di Gregucci racconta di un calendario niente affatto semplice. Intanto due trasferte consecutive, due impegni che i granata non potranno permettersi di fallire prima ad Ascoli e poi a Verona altrimenti altro che play off si scivolerebbe verso i play out con tutte le insidie del caso. E a proposito di corsi e ricorsi storici è già tempo del “Salviamo la Salernitana e rinviamo a fine stagione i processi….”, un cult dei mesi di gennaio e febbraio!
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