A distanza di mesi dal giorno di Pasquetta lo scorso 23 aprile, camminando su terreni impervi e ritrovando qualsiasi segnale di prova, i carabinieri sono riusciti ad inchiodare l’autore dell’omicidio di Domenico Pennasilico, il pastore ucciso in un agguato al quale riuscì a sfuggire Generoso Raffaele il figlio. I due si trovavano in località Cerzoni nel comune di Giffoni Sei Casali per il pascolo dei propri bovini quando sono stati raggiunti da alcuni colpi di arma da fuoco. Mentre il ragazzo riuscì a scappare a chiamare al 112 per dare l’allarme, il padre rimase vittima dell’agguato, avvenuto in due momenti differenti. Un primo nel quale Domenico fu colpito nella zona sacrale, un secondo con un colpo esploso alla distanza ravvicinata di 1,5 m che si rivelò fatale
per i suoi organi vitali. Ma nonostante il figlio avesse detto subito il nome dell’attentatore, lo stesso si giustificò utilizzando come alibi di aver partecipato alla festa della Madonna della Carbonara a Giffoni valle Piana, dove si è soliti sparare a dei caciocavalli giustificando così la presenza della polvere da sparo. Per i carabinieri però l’uomo non fu solo e quindi ora le indagini proseguono alla ricerca dei complici. Quello che è chiaro è che a muovere l’intero disegno criminale in maniera premeditata secondo la procura perché fu scelto un giorno festivo per dare un segnale di punizione maggiore c’era una faida tra famiglie per il controllo del terreno di pascolo.