Aveva la sua base operativa nel Vallo di Diano l’associazione costituita da 25 soggetti (otto dei quali oggi finiscono in carcere, 11 agli arresti domiciliari e sei all’obbligo di presentazione) a conclusione dell’attività di indagine della direzione distrettuale antimafia di Potenza. All’opera i carabinieri della compagnia di Sala Consilina supportati da altro personale del comando provinciale di Salerno che sono intervenuti nel Vallo di Diano ma anche a Biella, Somma Vesuviana e Satriano. 30 gli indagati totali ritenuti a vario titolo indiziati di associazione a delinquere per il traffico di stupefacenti,
detenzione cessione e vendita della stessa: nello specifico cocaina, marijuana e hashish. La base logistica era ad Atena lucana dove il leader del sodalizio Pietro Paladino e la compagna Gerarda Soccodato coordinavano il traffico di sostanze stupefacenti all’interno di un bar e di un residence a loro riconducibili. Si trattava di luoghi dove non solo veniva organizzato il traffico di droga ma anche utilizzati per le consegne dello stupefacente. L’indagine ha ricostruito tutta la filiera ma anche i canali di approvvigionamento. La cocaina arrivava al gruppo criminale da un pregiudicato dell’area vesuviana che attraverso dei corrieri consegnava la droga al bardi Atena lucana. La fornitura di marijuana era invece competenza di un incensurato residente a Sala Consilina ed avveniva per 1 kg alla volta. Nel corso dell’indagine è emersa l’esistenza di un altro gruppo criminale collegato al primo, formato da giovani pusher residenti a Sala Consilina e che in maniera autonoma si occupavano della cessione di cocaina nel centro della città. Un dato inquietante è che la zona di accesso all’area era caratterizzata dalla presenza di vedette che segnalavano ai componenti del gruppo l’ingresso nel centro storico delle auto di servizio dei carabinieri. Per sfuggire ai controlli i pusher nascondevano la droga in alcuni fori ricavati nei muri delle abitazioni del centro storico. Singolare anche la modalità utilizzata dagli arrestati per nascondere alle intercettazioni lo smercio di droga: la quantità di stupefacente venduta veniva segnalata facendo riferimento al numero di maglia di calciatori famosi. Oltre agli arresti i carabinieri hanno seguito anche il sequestro del bar, di alcune vetture e di circa 10 kg di droga.